martedì 28 febbraio 2012

LA PIETA' YEMENITA - Cosa hanno in comune la Pietà di Michelangelo e la foto che ha vinto il World Press Photo 2012

Ormai lo sanno tutti. Il 10 febbraio sono stati proclamati i vincitori del World Press Photo 2012, la 55esima edizione del contest di fotogiornalismo più conosciuto al mondo. Eccola qui, la fotografia vincitrice, quella scattata dal catalano Samuel Aranda in Yemen per il New York Times, in in una moschea allestita a ospedale da campo nella capitale Sana’a. 
Foto di Samuel Aranda. Foto vincitrice del World Press Photo 2012. “La foto ritrae un momento straziante e pieno di compassione, le conseguenze umane di un evento enorme,  ancora in corso”  ha commentato il presidente della giuria del World Press Photo 2012, Aidan Sullivan. 

Tutti i blog, gli articoli e le recensioni sull'argomento la pensano così: questo scatto richiama alla mente la Pietà di Michelangelo. La globalizzazione fa accadere cose ai limiti dell'immaginabile: un fotogiornalista spagnolo ha realizzato in Yemen un'immagine fortemente iconografica dell'immaginario cattolico-occidentale, fotografando una donna musulmana interamente coperta dal burqa che sorregge il corpo ferito di un giovane rivoluzionario della Primavera Araba.
Ma quest'immagine altamente rappresentativa della nostra epoca, questa Pietà 2012, cosa ha davvero in comune con la Pietà originale? Quella scolpita nel marmo da Michelangelo Buonarroti?
La Pietà di Michelangelo Buonarroti






































Per realizzare la Pietà 'originale' ci vollero tre anni, dal 1497 al 1499 [Fonte Wikipedia]. Il marmo per quest'opera fu fatto giungere da Carrara. Fu un'opera commissionata, il prezzo fu convenuto per la somma di 450 ducati. La scultura rappresenta la vergine Maria che tiene il corpo senza vita del figlio Gesù. 

Innanzitutto il punto di vista di entrambi gli autori, Aranda e Michelangelo, è frontale rispetto ai soggetti.
E' paradossale che la donna scolpita 500 anni fa abbia il viso e il collo scoperti, che la forma del suo seno sia percepibile sotto la veste e che complessivamente mostri forti particolari anatomici, al contrario della donna yemenita di oggi che tiene nascosti il volto e tutto il corpo sotto una spessa stoffa nera. 

Le pieghe della veste della madonna scolpita sono molto abbondanti ed hanno lo scopo di far risaltare, per contrasto, la bellezza del corpo nudo del Cristo. Anche nella Pietà yemenita l'abito della donna sembra sia fatto apposta per evidenziare la nudità del ragazzo.

La madonna scolpita viene rappresentata giovanissima per simboleggiare la sua immacolatezza non corrotta da alcun peccato. A chi gli faceva notare l'estrema giovinezza della Vergine rispetto al Cristo, Michelangelo spiegava "che le donne caste molto più fresche si mantengono che le non caste". 

Infine è da notare che la madonna cristiana osserva il Gesù morente, sostenendolo appena, lasciando che il suo corpo quasi scivoli sulle sue ginocchia mentre la donna musulmana, immortalata nella realtà, abbraccia il corpo del ragazzo tenendolo per il collo e per il polso, ascoltando il suo lamento tenendogli la testa sulla spalla, consolandolo.

Entrambe le opere, sebbene rappresentino una scena molto triste, non gridano dolore, non sono strazianti, sono mute, immobili, quiete, rassegnate.

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