sabato 19 maggio 2012

THE FUTURE WAS WOMEN - Harri Peccinotti

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Ideally, my dear readers, i would show you a new talent, a contemporary photographer with an original point of view but I could not remain indifferent when I found out the 'graphic' shots Harri Peccinotti. It 's what happened: 3 years ago I attended a library of photography at number 55 of Scalo San Lorenzo in Rome, where for some time has also been home to the photographic collective OnOff Picture. There I followed a seminar on the photo-reportage and when I arrived early to the lessons I I thumbed through the pages of the books, hundreds of pages and images that would have ended up lingering in my subconscious mind up to date. It was in ths situation that for the first time I had under my eyes the images of Peccinotti: a teen licking a pink popsicle, a swimsuit that adheres to a woman's womb, leaving a glimpse of her nipple turgid.
Photo by Harri Peccinotti
A few days ago, browsing in the ether, I came across an article on the author of the photographs that suddently I recognize: so I wanted to rebuild his life and his revolutionary work which continues to influence the collective imagination of our generation.

<< I love nature in all its forms. And the most beautiful forms, in this imperfect world, will always be those of women >>
. So openly told Harri Peccinotti. Today, seventy years old with long white beard, yesterday, in the sixties, founder and art director of Nova magazine, feminist and totally unconventional. London, born in 1935, at age 14 left school to devote himself to jazz music with a bass trombone under his arm. He moved towards commercial photography creating covers for books and records until 1965, when he founded a magazine with some friends in the field of visual arts, one of the most influential magazines of the sixties: Nova. At a time still full of taboos, where women's magazines insist on themes of family and domestic life, Peccinotti created a magazine for women AA "Above Average Income and Intelligence".
Photo by Harri Peccinotti



























The magazine was about philosophy, sociology, politics, feminism and sexual freedom. The offices were crowded with journalists kissed from the wind of cultural emancipation, which churned out provocative articles and the pictures that were proposed on Nova represented a woman who exercised her right to sexual freedom, through an imperfect and terribly sexy body. For the photographs were never used professional models, but ordinary women and for the first time, black women.
Photo by Harri Peccinotti
<< I played music in clubs and on stage there was a multi-ethnicity that came naturally into my pictures>> Peccinotti said.
Nova magazine has helped to eradicate women from the kitchen, household, from the hearth, from home-prison more suffocating. Once Harri Peccinotti bought by an American photographer the entire sequence depicting his wife in the act of giving birth to a child and published it. << We did sell out in ten minutes >> he recalls.
Harri has worked as a photographer and as a photo-consultant for Elle, Vogue, Harper's Bazaar, Flair, Vanity Fair, Rolling Stone, Queen, and especially for the French weekly Le Nouvel Observateur.
To a contemporary observer, the photographs of Harri might seem trivial, considering the nauseating overload of "sexy" images of Western society. However he was to capture for the first time on film the sexy side of daily life and the sensuality of the daily actions of every woman, completely reinventing the allusions to sex and reversing the image of the housewife and obedient woman. His style has been and remains unmistakable: close up, intimate, graphic and natural at the same time. << I always made a lot of close up, because I think they are graphic, it's like approaching the subject. And this makes the poto erotic, not the other >> Peccinotti said commenting on his work.

To see more pictures, and to know the sources of this article, go to the post in italian.

martedì 15 maggio 2012

IL FUTURO ERA DONNA - Harri Peccinotti

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Preferirei, miei cari lettori, portarvi sempre a conoscenza di un nuovo talento, di un fotografo contemporaneo dallo sguardo originale ma non ho potuto rimanere indifferente quando mi sono ritrovata d'avanti gli scatti 'grafici' di Harri Peccinotti. E' andata così: 3 anni or sono frequentavo una libreria di fotografia al civico 55 dello Scalo San Lorenzo a Roma dove per qualche tempo ha anche avuto sede il collettivo fotografico OnOff Picture. Lì seguivo un seminario sul reportage fotografico e quando arrivavo in anticipo alle lezioni mi fermavo a sfogliare i volumi in esposizione, centinaia di pagine e di immagini che sarebbero finite ad aleggiare nel mio subconscio fino ad oggi. Fu durante quello sfogliare rilassato che mi capitarono per la prima volta sotto gli occhi le immagini di Peccinotti: una teenager acqua e sapone che lecca un ghiacciolo rosa fucsia, un costume da bagno anni settanta che aderisce su un seno di ragazza, lasciandone intravedere il capezzolo turgido.

Foto di Harri Peccinotti

Qualche giorno fa, navigando nell'etere, mi sono imbattuta in un articolo sull'autore di quelle fotografie che non ho potuto non riconoscere: il fotografo e art director Peccinotti era raccontato su Musemagazine e così ho voluto ricostruire la sua vita e presentarvi il suo lavoro rivoluzionario, per l'epoca, ma che continua a influenzare l'immaginario collettivo della nostra generazione.
Foto di Harri Peccinotti
<<Amo la natura in tutte le sue forme. E le forme più belle, in questo mondo imperfetto, saranno sempre quelle delle donne>>. Così dichiarava apertamente Harri Peccinotti. Oggi, settantenne con lunga barba bianca, ieri, negli anni sessanta, fondatore e art director della rivista Nova, totalmente femminista e anticonformista. Londinese, nasce nel 1935, a 14 anni lascia gli studi per dedicarsi alla musica jazz con un trombone basso sotto braccio. Vira verso la fotografia commerciale realizzando copertine per libri e dischi fino a fondare ne 1965, con alcuni amici nel campo delle arti visive, una delle riviste più influenti degli anni Sessanta: Nova. In un periodo storico ancora pieno di tabù, in cui le riviste femminili insistevano sui temi della famiglia e della vita domestica, Peccinotti creò un magazine destinato alle donne A.A. "Above Average Income and Intelligence" (Reddito e Intelligenza superiori alla media).

Foto di Harri Peccinotti


















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La rivista trattava di filosofia, di sociologia, di politica, di femminismo e di libertà sessuale. La redazione era affollata di giornalisti baciati dal vento dell'emancipazione culturale, che sfornavano articoli provocatori e le immagini che venivano proposte su Nova raccontavano una donna che esercitava con disinvoltura il suo diritto alla libertà sessuale, attraverso un corpo imperfetto e proprio per questo terribilmente sexy. Per le fotografie non venivano mai utilizzate modelle professioniste ma donne normali, che si potevano incontrare per la strada o in ufficio e per la prima volta, donne di colore. <<Suonavo musica nei locali e sui palcoscenici c'era una multietnicità che è entrata in modo naturale nelle mie immagini>>, raccontava Peccinotti.
Con titoli di copertina come If you are a housewife (and bored by it), la sua rivista ha contribuito a sradicare le donne dalle cucine, dalle famiglie, dal focolare, dalle prigioni domestiche più asfissianti. Si racconta che una volta Harri Peccinotti comprò da un fotografo americano l’intera sequenza che ritraeva la moglie nell’atto di dare alla luce un bambino e la pubblicò. <<Abbiamo fatto sold out in dieci minuti>>, ricorda.
Harri ha lavorato come fotografo e come consulente fotografico per Elle, Vogue, Harper's Bazar, Flair, Vanity Fair, Rolling Stone, Queen e soprattutto per il settimanale francese Le Nouvel Observateur. La sua biografia è raccontata nel libro "H. P. Harri Peccinotti". 

Ad un osservatore di oggi le fotografie di Harri potrebbero sembrare scontate e banali, considerando il nauseabondo sovraccarico di immagini "sexy" a cui è sottoposto l'esemplare umano medio abitante della società occidentale. Tuttavia è stato lui a catturare per la prima volta su pellicola il lato sexy della vita di ogni giorno e la sensualità delle azioni quotidiane di ogni donna, reinventando completamente le allusioni al sesso e ribaltando l'immagine della donna casalinga e ubbidiente. Il suo stile è stato e rimarrà inconfondibile: scatti a distanza ravvicinata, intimi, grafici, composti a regola d'arte e naturali allo stesso tempo. <<Ho sempre fatto molti close up, perché penso che siano grafici, è come avvicinarsi. È l’aspetto grafico dell’immagine che la rende erotica, non il contrario>> diceva Peccinotti commentando il suo lavoro.


Le fonti di questo articolo: showstudio - musemagazine - ilSole24Ore

Foto di Harri Peccinotti























 Harri Peccinotti

Foto di Harri Peccinotti

Foto di Harri Peccinotti

Foto di Harri Peccinotti

Foto di Harri Peccinotti

Foto di Harri Peccinotti

Foto di Harri Peccinotti





lunedì 7 maggio 2012

Vivian Maier - Photographer by nature

Many Italian blogs have already written about her. As often happens, I discovered his work in the portfolio section of Internazionale.it a few months ago and since then her reputation has continued to grow day by day. About three years after his death, his photographs are not yet all been developed.

Photo by Vivian Maier
But first things first. Vivian Maier (1 February 1926 - 21 April 2009) was born in New York, grew up in France before returning to the USA. In his self-portraits, she is a serious-looking girl, pensive, concentrated and appears as a solitary creature that inhabits her inner world. She lives in Chicago for most of her life. She works as a nanny, babysitter, in middle-class American families of the '60s and '70s. In this context Vivian has to find space and time to make her genious breathe. Every day, unconsciously, Vivian uses photography to reconstruct her inner world and to put it in communication with her sorroundings. She uses a Rolleiflex, black and white films, medium format and rarely a tripod for self-portraits when she's alone in her room. Vivian photographs the children with whom she spends her days, thanks to her work as a nanny and she captures the city's daily life that flows around her: women in fur coats who walk the streets, men at work, the life of the streets of Chicago and New York. 

She's also fascinated by people who live on the margins and in solitude, by whom was forgotten by others. Her photographs show a strong empathy and sensitivity. She plays with the reflections and city lights. She appreciate those 'timeless moments', hard to wait and to be recognized. Although she  appears as a sad and serious, 'Vivian photographer' knows how to be ironic and spiteful.
Photo by Vivian Maier
Nobody knew the photographic production of Vivian Maier until a few months ago when a young investor in real estate, John Maloof, bought at auction an apartment in the North West of Chicago, containing a huge amount of undeveloped rolls of film and related material as photographic papers and machines belonging to Vivian.
Now Vivian Maier's photographs are worth a fortune and are exhibited in the most famous museums of the globe. On the internet it says that Vivian has "fallen into poverty" and that she died sick and alone. From her photo archive, which continues to be developed day by day by John Maloof and his collaborators, have not yet appeared photographs that depict a lover of the author, no boyfriend or girlfriend.
Photo by Vivian Maier
Every picture of Vivian tells a story that is worth to be known, the history of Chicago in the '50s and '60s filtered from the history of her life.


Photo by Vivian Maier