sabato 7 gennaio 2012

Quando gli angeli vanno in bicicletta - Josef Koudelka

Una favola, un sogno, una fiaba. Un angelo in bicicletta attraversa la strada, mentre due cavalli neri trascinano una carrozza accanto a lui. 
Foto di Josef Koudelka
Foto di Josef Koudelka
Un uomo accovacciato parla ad un cavallo bianco che annuisce con sguardo languido. Un bambino bacia sulle labbra la statua di una donna, che lo tiene in braccio. Un maschera gigante attraversa la piazza correndo. La sagoma di un cane nero scappa furtivo in un campo innevato. 
Le fotografie di Josef Koudelka avvolgono chi le osserva in un mondo fantastico, in una storia incantata e naive.

Egli nasce nel 1938, a Boskovice, un paesino della Moravia. Prende in mano la macchina fotografica per la prima volta mentre studia all'università di ingegneria di Praga.

Foto di Josef Koudelka - da Gypsies
   In questi primi anni di interesse per la fotografia, Josef ragazzo fotografa la sua famiglia e i dintorni della sua abitazione. Dopo una prima mostra, inaugurata nello stesso anno della laurea in ingegneria, viene contattato da alcuni teatri di Praga come fotografo di scena. A 23 anni ottiene il suo primo impiego come ingegnere aeronautico, ma la fotografia documentaristica comincia ad appassionarlo sempre di più e lo porta ad avvicinarsi alle comunità gitane che popolano le aree intorno alla capitale ceca e dell'Est europeo. 

Foto di Josef Koudelka
Bastano 5 anni (1967) per decidere di abbandonare il lavoro di ingegnere e dedicarsi completamente alle immagini. Con le comunità zingare Koudelka intraprende un lavoro a lungo termine che sarà raccolto nel libro del 1975 Gypsies (pubblicato con due case editoriali estere, Delpire, francese e Aperture, americana). Sfogliando le fotografie del volume ci si accorge di come si modifichi lo sguardo del fotografo man mano che si addentra nel mondo gitano, nei suoi valori e nelle sue consuetudini. In una prima fase l'attenzione e l'interesse di Josef Koudelka sono rivolti alle caratteristiche somatiche e fisiche degli Zingari, alle loro espressioni del viso, ai loro vestiti e ornamenti. Con il passare del tempo invece l'attenzione dell'autore si rivolge agli usi e costumi degli Zingari e al loro stile di vita. Koudelka si lascia coinvolgere completamente dal suo lavoro di documentazione del mondo gypsie. Ne coglie le atmosfere magiche, artistiche e fiabesche, le sfumature della vita nomade. Vive, mangia e dorme con gli Zingari, vi si affeziona, crea legami con loro, finchè la sua vita ne viene assorbita.

Foto di Josef Koudelka - da Gypsies


E' il 1968, Josef ha trentanni e la sua vita di fotografo si svolge tra prime teatrali e gite in campagna dove cattura il mondo gitano, quando Praga viene invasa dai carri armati sovietici. Qui Koudelka compie una scelta politica forte e pericolosa. Decide di documentare l'occupazione e di pubblicare clandestinamente i suoi scatti sotto le iniziali P.P. (Prague Photographer), per paura di una rappresaglia contro se stesso e la sua famiglia. Ora i suoi scatti perdono inevitabilmente quel carattere immaginario, leggero e allegro che avevano avuto finora e diventano le immagini simbolo del drammatico evento.
Foto di Josef Koudelka - da Invasion Prague 1968

Foto di Josef Koudelka - da Invasion Prague 1968

Con questo reportage Koudelka ottiene il premio Robert Capa dell'Overseas Press Club.
Soltanto nel 2008 queste le immagini del reportage sull'occupazione saranno raccolte in un libro vero e proprio, Invasion Prague 1968, Aperture, USA. Nel 1970 Koudelka trova asilo politico in Inghilterra e diventa membro di Magnum nel 1974. Qualche anno dopo inizia a fotografare con una macchina panoramica creando una lunga serie di immagini descrittive di paesaggi tra la Francia, la Grecia, il Libano e la Repubblica Ceca.
Foto di Josef Koudelka - da Chaos

In queste immagini, raccolte nell'arco di dieci anni, emerge un autore più maturo, dal gusto più sobrio. Le fotografie vengono finalmente pubblicate in Chaos, un libro che viene descritto come una dura testimonianza dell'anarchia che l'uomo ha imposto a se stesso e alla natura, ovvero una testimonianza di tutte le tracce lasciate dall'uomo nell'ambiente attraverso le guerre, l'inquinamento e un abuso del suo potere. Tuttavia le immagini sono composte in modo molto accurato e rappresentano anche paesaggi incontaminati (probabilmente come monito per l'uomo dell'ordine innato presente nella natura).

Foto di Josef Koudelka - da Chaos

Il suo lavoro è stato pubblicato in più di una dozzina di libri. Ha vinto numerosi e significativi premi incluso il premio Nadar nel 1978, il Grand Prix National de la Photographie nel 1989, il Grand Prix Cartier-Bresson nel 1991 e l'Hasselblad Foundation International Award in Photography nel 1992.

Foto di Josef Koudelka 

Foto di Josef Koudelka - da Invasion Prague 1968

Foto di Josef Koudelka - da Gypsies



Foto di Josef Koudelka - da Invasion Prague 1968

1 commento:

  1. Queste fotografie sono molto belle!
    C'è la vita dentro... PROVOCANO EMOZIONI, fanno scaturire un sorriso, interessano. Incuriosiscono, sono piene di particolari, di angoli, di facce. Sono come un racconto, anzi sono veri e propri racconti.
    Maria

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