La maggior parte dei fotografi che sono passati alla storia, quelli che compaioni tra i contributors della Magnum (Alex Maioli), quelli che oggi scattano le nuove collezioni di alta moda per Vogue a New York e quelli che possono contare esposizioni nei principali musei d'arte contemporanea al mondo (Mario Testino), insomma in moltissimi hanno iniziato fotografando la vita notturna nella propria città. I nightclub affollati e fumosi, le prostitute, le ballerine ubriache e scatenate, l'alcohol e quegli strani ceffi che si incontrano solo a notte inoltrata sono nel portfolio di autori memorabili.
In un' epoca in cui si ha la sensazione che ogni immagine sia già stata scattata o già vista, è difficile produrre qualcosa di nuovo e originale. Eppure la mia modesta ossessione per la fotografia che mi costringe ogni giorno a spulciare migliaia di fotografie, a scovare le nuove leve, a visionare centinaia di reportage, questa ricerca sfrenata e coerente, mi ha portato a scoprire un nuovo genio. E badate bene, giuro che scriverei queste parole su di lui anche se non lo conosessi di persona e non vi fossi molto affezionata.
Sono i reportage notturni di Matteo Cavalieri, in arte EmmeciQuadro, a meritare questa pomposa introduzione. Qualche sera fa stavo parlando con uno degli organizzatori delle feste notturne più frequentate a Roma (Amigdala) a proposito di quanto fosse difficile selezionare il photo reporter per un party. "Oltre ad essere un bravo fotografo dal punto di vista tecnico, deve conoscere la notte, avere l'esperienza dei 'tempi' della festa, sapere come approcciare ogni tipo di soggetto e rubare uno scatto in un contesto così caotico e chiassoso, riuscendo allo stesso tempo a carpire l'anima della festa".
Ne dedussi che una persona timida e inibita o qualcuno che non avesse calcato le piste da ballo e i banconi del bar per una vita non sarebbe stato adatto a questo ruolo. Nelle fotografie di EmmeciQuadro ritroviamo tutto questo, avvertendo la sensazione di toccare il cuore della festa, sia i picchi di divertimento sia lo stordimento delle droghe e i momenti più disinibiti.
Ma oltre ad essere un animale che si muove con destrezza nel suo habitat, Matteo Cavalieri ha anche saputo applicare una tecnica piuttosto innovativa che si sposa perfettamente con l'ambiente che vuole rappresentare. Usando tempi lunghi, un flash e sfruttando l'illuminazione diversificata dei locali, Emmeci disegna scie luminose come pennellate dai colori vivissimi, crea macchie di luce che si sovrappongono ai volti e ai corpi, rappresenta scenari a metà tra la fantasia e la realtà.